L’epidemia del Coronavirus travolge, speriamo ancora per poco, abitudini e costumi, rimette in discussione molte delle nostre certezze, ci costringe a reinventare un intero modello di vita. Convinte che con un po’ di buona educazione e un sorriso si affrontino meglio anche le battaglie più dure, ecco alcune pillole di galateo.
Rispettare le regole
Dopo anni di cattivismo, si riscopre il valore delle regole. A volte, in effetti, sono un po’ una barba e una noia, ai giovani appaiono dettate dalla vecchia e polverosa zia che pare uscita da Downton Abbey, ma spesso sono frutto di secoli di miglioramento della razza: usare le posate e non le mani ha salvato tante vite, ad esempio; e anche mettere il coltello, quando apparecchiamo a tavola, con la lama rivolta verso il commensale, ha evitato lo scatenarsi di colpi bassi. Impariamo ora, in emergenza, a rispettare quel che ci indicano le autorità, magari quando torneremo alla normalità ci accorgeremo che non parcheggiare in doppia fila per comprare le pastarelle e non superare i limiti di velocità nel vicolo sotto casa non è un sacrificio sovrumano…e allunga la vita.
Salutare con la manina come la Regina
No a strette di mano, abbracci, pacche sulla spalla. Possiamo solo fare ‘ciao ciao’ da lontano con la manina, come fossimo tutti la regina Elisabetta II. Di dubbio gusto i saluti con il piede sperimentati in alcuni Paesi stranieri, e anche quelli con il gomito obbligano a posizioni antiestetiche. Se non ci si può toccare, non ci si può toccare. E magari, anche tornati alla normalità e recuperato il permesso del contatto fisico, ricordiamoci che salutare vuol dire manifestare il proprio piacere di vedere qualcuno, non vuol dire fagocitarlo o o molestarlo. Dunque, ben venga una stretta di mano ma se essa è pulita, asciutta e si ferma prima dello stritolamento. Bene anche un bacio o due sulla guancia, tra amici, ma non se abbiamo appena finito la maratona e non siamo ancora passati dalla doccia.
Evitiamo l’accaparramento, c’è pasta per tutti
Nonostante le apparenze non siamo in guerra. Il governo ha garantito gli approvvigionamenti e dunque è inutile assaltare i supermercati come se ci attendesse un anno di carestia. Compriamo il necessario ma senza accaparrarci venti pacchi di carta igienica, otto casse d’acqua, 50 pacchi di pasta e tutta la maionese sullo scaffale. Otterremo due effetti che potremmo definire addirittura positivi: il nostro vicino di casa non morirà di fame e noi eviteremo l’indigestione.
La fila al supermercato
Dopo aver riempito il carrello come per una normale spesa, evitiamo di giocare all’autoscontro con gli altri clienti. Rispettiamo la fila, bisogna lasciare un metro di distanza tra l’uno e l’altro. Anche sul nastro trasportatore della cassa, lasciamo un po’ di spazio tra la nostra insalata e i biscotti del cliente davanti a noi: chi arriva primo non vince nessuno sconto e nemmeno l’insalatiera in omaggio.